Natura ai Piani Resinelli

Una lunga storia geologica per paesaggi indimenticabili

Una montagna giovane, emersa dal mare

Circa 245 milioni di anni fa sui Piani Resinelli, il massiccio delle Grigne era sommerso dal mare: acque calde ricche di alghe e coralli.

Io ricorderò sempre con emozione il momento in cui, ancora ragazzo, mentre stavo dando svogliati colpi di martello (quello che allora si portava infilato nella tasca posteriore dei calzoni alla zuava al posto del portafoglio) su una roccia delle mie Grigne, con la mente dietro chissà quali fantasticherie, uno scheggione si staccò di colpo rivelandomi lo stampo perfetto di una piccola conchiglia marina. Se qualcosa del genere capitasse anche a voi, se qualcosa come un trasalimento, un senso di tenerezza, un desiderio di sottomissione vi prendesse… ebbene sappiate che quello è un momento magico nel quale comunicare senza intermediari con la Natura

Il ritiro del mare e la conseguente evaporazione delle acque hanno lasciato tracce sul profilo a guglie delle Grigne, ma anche nel cuore della montagna: lenti di sale, sedimenti argillosi, conchiglie.

Pian dei Resinelli: ammirare il volto delle montagne

La formazione dei rilievi è un processo faticoso, denso di eventi drammatici: rotture, strappi, piegamenti, frizioni. Ogni litologia si comporta in modo diverso nei confronti degli agenti erosivi e dell’alterazione: quelle più dure e resistenti, per esempio, si rompono con facilità e danno luogo a forme aspre, prive di vegetazione, con ampie pareti subverticali.

È il caso del Calcare di Esino che forma le parti sommitali del Grignone e della Grignetta. Un panorama a scaglie di pietra che si affaccia sui larghi prati dell’altopiano.

Come per te, anche il volto delle montagne dipende dalle vicende che hanno attraversato, da un susseguirsi di eventi che scatenano forze, agenti erosivi, mutamenti profondi.

Scopri i luoghi naturali ai Piani Resinelli

Piani Resinelli, flora e fauna

L’altopiano è ricoperto di boschi: il luogo ideale per lunghe passeggiate all’ombra degli alberi, ma anche per incontrare esemplari antichissimi e monumentali.

I boschi sono costituiti principalmente da carpini e querce, ma importante è anche la presenza del castagno, e in particolare dei vecchi castagneti da frutto, testimonianza di come l’uomo nei secoli abbia saputo utilizzare la natura a proprio beneficio. Nei canaloni e nelle valli ripide queste comunità lasciano il posto a frassini e tigli, spesso presenti lungo i corsi d’acqua principali.

Salendo in quota, i boschi si arricchiscono progressivamente di specie che richiedono temperature meno elevate per sopravvivere: intorno alla quota indicativa di 1000 metri le faggete raggiungono il loro massimo splendore, e colpiscono, specialmente d’autunno, quando con le loro chiome colorate infuocano i versanti. A questo livello, risalendo per sentieri poco battuti e inoltrandosi nel fitto della vegetazione, ti capiterà di incontrare alberi secolari: faggi con tronchi di diametro superiore al metro, oppure vecchissimi larici contorti che testimoniano con la loro resistenza la forza della natura e l’integrità di questa area.

Salendo ulteriormente in quota, il bosco lascia il posto alle dense brughiere a rododendro, mugo e ginepro, che a loro volta poi si diradano e sfumano nelle tipiche praterie alpine.

Sulla Grigna queste distese erbose sono dominate dalla carice rigida, dalla sesleria varia e dalla carice sempreverde, graminacee ben adattate alle difficili condizioni atmosferiche delle zone sommitali. In vetta anche le praterie hanno coperture sempre meno continue, spesso interrotte dalla presenza di pareti rocciose e ghiaioni. Qui fanno la loro comparsa piante e fiori rarissimi, specie delicate e fragili ma anche estremamente resistenti, nate per sopravvivere negli ambienti più estremi. Prima tra tutte, la piccola e preziosa crucifera Thlaspi rotundifolia, dai fiori lilla e profumatissimi.

Tra queste specie rare molte sono esclusive o endemiche, ossia strettamente circoscritte nel territorio e non rinvenibili altrove, neppure in località equiparabili sotto il profilo ambientale.

È il caso per esempio della Primula delle Grigne e della Minuartia delle Grigne, vere e proprie perle di esclusività e originalità floristica, che crescono su declivi erbosi di alta quota e cenge, o incastonati nelle pietraie.

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